Geniale! - Gv 13,31-35 | ||
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Dal Vangelo secondo Giovanni |
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che vi amiate gli uni gli altri | "io non so parlar d'amore ..." così inizia una canzone di Celentano, così potrei iniziare questa riflessione. Guardando le coppie di giovani che si preparano alle nozze, come gli anziani al parco si scopre tanta tenerezza, delicatezza che davvero pare di sfiorare un mistero, troppo grande per trovare parole che lo possono descrivere. “l’emozione non ha voce …” continua la canzone; ma l’amore fa parte soltanto della sfera sentimentale ed emotiva dell’uomo? Il termine «amore» è diventato parola usata e abusata, dai molteplici significati. Viviamo come se sapessimo di che si tratta, appena proviamo a dare una definizione, o esprimere dei concetti, subito l'amore si allontana da noi, si sottrae ad ogni intelligibilità. Gesù parla di un Comandamento nuovo. Già nell'Antico Testamento era scritto: "Ama Dio con tutto il tuo cuore" (Deut 6,5) "e ama il prossimo come te stesso" (Lv 19,18). La misura dell’amore è data dall’uomo e dalla grandezza de proprio cuore. Nel comandamento nuovo cambia il parametro, ma anche l’oggetto dell’amore e la libertà dell’amare. "Solo quando l'amore è dovere, e solo in quel caso, esso è eternamente liberato” (Kierkegaard). Qualsiasi cosa succeda, io devo amare; amare senza risparmio, senza paura, limite, perdita, in perfetta libertà. Nell’obbedienza al Padre Gesù ha liberamente amato senza misura. |
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Come io ho amato voi | Il come di questo amore non indica solo la misura di questo amore, non ci chiede di confrontare o comparare la nostra capacità d’amore con la sua, ne usciremo sminuiti, piuttosto indica la motivazione: si è capaci di amare come Gesù perché lui ci ama. “Siccome Dio ci ha amati per primo, l'amore adesso non è più solo un comandamento, ma è la risposta al dono dell'amore, col quale Dio ci viene incontro” (Benedetto XVI). |
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tutti sapranno che siete miei discepoli | Gesù sta per morire, per andare al Padre, ma non ci lascia nel vuoto: ci affida un compito quello di renderci riconoscibili, di renderlo riconoscibile in noi, di testimoniarlo; il tempo vuoto va riempito. Non si tratta di mettere in moto meccanismi di reciprocità, lontani dal pensiero e dalla prassi del Maestro, ma devo costituire il mondo con l'altro e per l'altro. |